Nel buio della notte invernale salisburghese le fiamme incerte d’innumerevoli candele accompagnano il canto sommesso dei fedeli accorsi a Oberndorf, nel Salisburghese. Qui ogni anno il 24 dicembre, alle 17:00, migliaia di persone partecipano commosse alla commemorazione dei due autori del canto natalizio Astro del Ciel (Stille Nacht), e la suggestiva cerimonia è visibile in streaming in tutto il mondo.
Tradizione austriaca, patrimonio dell’Umanità
Il canto natalizio più famoso si è radicato nei cuori dei salisburghesi e fa da colonna sonora immancabile a tutte le manifestazioni dell’Avvento; in Austria è tradizione cantarlo a scuola, sotto l’albero di Natale in famiglia, la notte di Natale nelle chiese illuminate solo da candele…
Sono passati più di 200 anni dalla composizione della poesia alla base del canto natalizio Stille Nacht-Astro del Ciel, e ancora in ogni parte del mondo la canzone si conosce e si canta in più di 300 lingue e versioni. Pertanto nel 2011 la canzone è stata inclusa nella lista nazionale del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, ed è in procinto di essere inclusa nella lista internazionale.
La storia di Stille Nacht: due organisti e una chitarra
I protagonisti di questa affascinante storia salisburghese sono due organisti incontratisi per caso a Oberndorf: Franz Xaver Gruber e Joseph Mohr. Il 24 dicembre 1818 Mohr chiese a Gruber di musicare una poesia composta due anni prima, per due voci soliste e coro, curiosamente con l’accompagnamento di una chitarra, poche ore prima della messa di Natale.
Se l’organo fosse guasto, o se Mohr preferisse la chitarra, non è dato sapere, anche se ci sono molte leggende a riguardo. Comunque, la musica fu scritta immediatamente e la canzone eseguita la sera stessa da Mohr, che suonò la chitarra e cantò da tenore insieme a Gruber, che cantò da basso. Stille Nacht fu molto apprezzata quella sera dalla gente di Oberndorf, e in seguito dal mondo intero.
La versione italiana: Astro del Ciel
La versione italiana Astro del Ciel non è una traduzione del testo tedesco ma un nuovo testo composto tardivamente sulla stessa musica dal prete bergamasco Angelo Meli e pubblicato nel 1937. Esso mantiene però lo spirito di pace e raccoglimento ispirato dalla notte di Natale.
Itinerario storico-musicale
Nel Salisburghese ancora si possono ripercorrere facilmente le tracce dei protagonisti di questo canto natalizio:
A Salisburgo nella Steingasse nacque Joseph Mohr, ” il paroliere”, che fu battezzato, come Mozart, nel Duomo e frequentò il ginnasio accademico e il seminario nella Makartplatz, cantava nei cori dell’università e del convento benedettino di St Peter. Prete consacrato si trasferì in seguito a Mariapfarr, dove scrisse nel 1816 il famoso testo della canzone, ispirandosi a un dipinto dell’altare tardo gotico per la descrizione del “pargol divin”, che ha i riccioli dorati, nella versione tedesca. Poi Mohr tornò a Salisburgo e fu assegnato alla parrocchia di Oberndorf, dove incontrò Gruber, e nella notte di Natale del 1918 suonarono la canzone per la prima volta.
In seguito Mohr, si trasferì molte volte fino al 1827, quando gli fu assegnata la parrocchia di Hintersee che guidò per dieci anni. Infine fu assegnato alla parrocchia di Wagrain, dove fu promotore di progetti di rilevanza sociale come la costruzione della scuola e l’assistenza ai poveri e morì nel 1848.
La storia di Franz Xaver Gruber, musicista nativo dell’Alta Austria, ci porta prima a Arnsdorf, dove fu organista, insegnante e sagrestano, in seguito fu organista anche a Oberndorf. Dopo una breve sosta a Berndorf trovò un posto come direttore del coro, corista e organista ad Hallein, seconda città della regione, dove rimase fino alla morte e i figli continuarono la carriera musicale nella stessa città.
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